INDUSTRIA SILENZIOSA
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INDUSTRIA SILENZIOSA
Con il termine industria si indica qualsiasi attività umana che viene svolta allo scopo di generare beni o servizi. Significa operosità.
Se, dunque, in un’industria è prevista la presenza umana affinché vengano svolte le suddette attività, com’è possibile che risulti silenziosa?
La risposta è contenuta nelle opere dell’artista piemontese Enzo Gagliardino, in cui la presenza umana viene completamente soppiantata da architetture e paesaggi industriali. Non ve ne è alcuna traccia. Unici sopravvissuti sono edifici e ciminiere di cemento e vetro avvolti da spesse nubi bianche, unico indizio della loro operosità.
Ci troviamo di fronte a edifici enigmatici, metafisici per utilizzare un termine caro a De Chirico, ostili e non accoglienti per l’essere umano. Impenetrabili.
Osservandoli si ha la sensazione di una profonda solitudine, come unici sopravvissuti ad un naufragio su un’isola deserta.
Si tratta forse di uno scenario post-apocalittico? O di un inno alla modernità? Probabilmente entrambe o nessuna delle due opzioni sono corrette. Probabilmente questi paesaggi sono il semplice frutto dell’immaginazione dell’artista. Ma potrebbero anche essere il frutto del suo occhio critico nei confronti di un’epoca iper tecnologica. Non ci è dato ricevere una risposta, poiché ognuno deve ricercare la propria. Gagliardino non vuole influenzare l’osservatore con la propria visione del mondo. Le sue opere sono Senza Titolo, perché ognuno di noi le può “riempire” a proprio piacimento. L’artista mira a creare una visione critica in chi lo osserva, a fargli porre interrogativi e a farlo dubitare di tutto.
Si tratta di opere fortemente ambigue e spiazzanti, che richiamano ad una visione tipicamente kafkiana dell’esistenza, la quale identifica una situazione paradossale e in genere angosciante accettata come status quo, implicando l’impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico.
a cura di Silvia Borsani