MARC ANGELI

Marc Angeli nasce a Bruxelles nel 1954. Ha origini italiane da parte del nonno paterno, che lascia il Trentino nel 1918 per emigrare in Belgio. Nonostante la morte del nonno nel 1955, Angeli continuerà a mantenere i rapporti con la famiglia italiana attraverso viaggi annuali che avranno una grossa influenza sulla sua crescita culturale. Memore delle origini trentine, ogni anno compie un viaggio sulle Alpi, le Dolomiti e i vulcani siciliani, per approfondire il proprio rapporto con la terra e la natura.
Nel 1962 s’installa a Liegi, dove studierà all’Accademia di Belle Arti dal 1971 al 1976 con i professori P. Nollet e R. Liard. Fondamentale l’influenza del professore di disegno e artista Joseph Louis.
Nel 1986 inizia la produzione di opere di piccolo formato, quasi come fossero piccole icone imperfette, senza l’uniformità di una dimensione precisa. Determinante è la visione spaziale, nel tentativo di riassumere lo spazio e di concentrarlo in una piccola dimensione. Queste opere vengono definite “monocromi caldi” poiché è evidente la materia della pittura, la sua corposità, ma anche quella del supporto: la tavola di legno. Già da questo indizio si può afferrare il suo forte legame con la natura, la terra, la montagna, il cibo, rafforzato dall’utilizzo dei colori che richiamano il rosso del vino, il verde delle bottiglie di vetro, il bianco latte, il blu notte.
Nel 1991 parte per New York, dove incontra diversi artisti. Nel 1999 espone nella galleria S&% di Aaist, in Belgio, con cui partecipa alle grandi fiere d’arte a Basilea, Colonia, Zurigo, Bruxelles.
Dal 2000 è professore di Pittura all’Accademia Reale di Belle Arti di Liegi.
Nel 2009 incontra il conte Giuseppe Panza di Bium, entrando nella sua collezione d’arte contemporanea.
Angeli ama osservare, i suoi sono tempi lunghi, come quando passeggia per i boschi in montagna. Spesso disegna, prende appunti visivi, che poi filtra, mastica, riutilizza in altro contesto. Non è alla ricerca di qualcosa, piuttosto si pone nello stato d’animo di ricevere, di accogliere, di porsi in relazione, in un dialogo senza parole con i fenomeni che lo circondano. Nelle se opere è in un rapporto serrato fra la riflessione e l’istinto.
La sua è una pittura del silenzio, un silenzio denso di rimandi e significati