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Caos e Cosmo
PRESENZA
Presenza significa stare davanti al quadro così come stare davanti a una persona; significa guardare il dipinto e avere infinite percezioni così come avviene davanti a un altro essere: riconosciamo immediatamente chi abbiamo di fronte, sia che si tratti di una persona che già conosciamo, sia che si tratti di una che non abbiamo mai incontrato prima. In entrambi i casi, le interazioni che abbiamo con il soggetto sono sempre diverse in ordine agli effetti psicologici della percezione in quel momento.
ASTRATTO
L’astrazione è un modo di dipingere non correlato alla descrizione e all’illusione del mondo, spinge infatti ad una forma che riguarda una visione interna, legata a prospettive interne. L’astrazione si concentra sulla visione degli spazi interiori e del tempo soggettivo, ma anche sulle emozioni svelate dalle linee e dal colore, dove linee e colore sono la grammatica minima necessaria per creare forme.
PERCEZIONE
Ogni tipo di pittura artistica è sottoposta alla nostra percezione: il cervello è progettato per raccogliere ogni tipo di elemento di linee e colori del mondo, che la nostra mente integra poi in una visione.
Il focus del mio lavoro riguarda il cervello; il modo in cui esso, attraverso il flusso del sangue, organizza i nostri input e realizza la comprensione del mondo, proiettandola in immagini.
“Il mio lavoro mostra immagini fatte semplicemente di linee e colori che il nostro cervello non è abituato a decifrare. Le forme che realizzo costruiscono un’immagine che sta di fronte a noi e ha il potere di catturare il nostro sguardo e guidarlo attraverso un percorso infinito e indefinito di possibilità legate al nostro corpo; è una rete la cui peculiarità non è solo una possibilità, ma tante e infinite forme legate al mistero della pittura. Per realizzare un mistero utilizzo linee che portano colore: generalmente le linee sono legate alle forme e il colore ha un significato legato allo spazio.
Vediamo la realtà, la riconosciamo, ma non riusciamo a coglierne l’essenza, la quale si trova sotto il segno di un continuo svelarsi che si affida al divenire del tempo.
Osservare le mie opere significa anche lasciare la vista libera e aperta davanti all’opera in sé, per avere una sensazione, un contatto reale con essa.”
Il mio lavoro inizia in modo spontaneo, automatico, non misurato. L’obiettivo è ottenere una mappa di linee e colori che si possa ordinare verso un’immagine solida, ma aperta a infinite vie. Per le linee e colori ho riflettuto principalmente sul lavoro di Pollock di Rothko; e sull’opera Fontana: in
Pollock la linea si trasforma in uno spazio infinito, in Rothko il colore diventa presenza spirituale totale. Entrambi mostrano la linea di confine della forma, il luogo dove essa non ha più riferimenti esterni ma ha uno spazio emozionale infinito interiore. Fontana ha costituito guida ad una concezione definita della forma. Mio intento è creare una percezione multipla in una forma misurabile.
La casualità caotica del disegno iniziale trova via via una forma suscettibile di infinite visioni possibili secondo spazilità discontinue, probabili. Mi piace pensare uno spazio dopo Fontana, oltre il taglio, un ordine possibile un cosmo impermanente in una forma data.